Spalletti: "Due anni indimenticabili"
Interviste
3 Giugno 2023 Fonte:
Il Mattino
"La cosa più difficile da superare è lasciare il gruppo. Il loro amore ti fa venire dubbi sulla decisione che ho preso"
Spalletti parla in conferenza stampa a Castel Volturno: «Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in questi due anni per me indimenticabili. Ringrazio un gruppo di calciatori straordinario, una città nata per le passioni come il calcio, ringrazio i tifosi in giro per il mondo e i bambini che mi hanno abbracciato riempiendomi del futuro azzurro. Ringrazio tutta la squadra, gli staff, i dirigenti, i dipendenti del club, il Presidente e la società tutta».
L'abbraccio con De Laurentiis «Abbraccio con De Laurentiis? C'è un'aria di o me o lui e io non voglio che ci sia questa divisione. Nessuno dei due deve annullare l'altro, abbiamo lavorato benissimo tutti insieme. Il senso dell'abbraccio era quello: volevo giocare anche un po', abbracciando un trionfo e cancellando queste insidie che si sentono nell'aria» ha detto Spalletti.
I consigli per il futuro «A chi verrà dopo di me non do consigli. I consigli si chiedono e non si vanno a cercare. E non so consigliare neppure un nome da andare a prendere» ha detto Spalletti.
Napoli che va vissuta «Quando abbiamo capito che avremmo vinto lo scudetto, ho iniziato a dire alla squadra che avremmo visto la città esplodere di gioia. Ora mi rendo conto di aver parlato per mesi di qualcosa che nemmeno io conoscevo. Napoli non va immaginata, è molto di più dell'immaginazione. Napoli va vissuta e allora ci si rende conto di quello che è. Probabilmente sono sempre stato un po' napoletano, avevo bisogno di questi due anni per diventarlo del tutto. Mi porterei via da qui un pattino, un crocefisso e un cavallo, che mi ricorderà i miei calciatori» ha detto Spalletti.
Una mentalità determinante «Non c'è stato un momento determinante, c'è stata una mentalità determinante che ha fatto la differenza. Il gruppo è composto da amici e professionisti, fino a stamattina hanno messo impegno e entusiasmo. Da qui si capisce perché questa squadra avrà un grande futuro» ha detto Spalletti.
Difficile andare via «La cosa più difficile da superare è lasciare il gruppo. Il loro amore ti fa venire dubbi sulla decisione che ho preso. In questi giorni, immaginandomi lontano da qui, ho realizzato quanto sia difficile scegliere di andar via. Il cuore e l'egoismo ti dicono che dovresti continuare perché c'è una squadra fortissima su cui costruire. Ma è proprio l'amore che sento che mi fa accettare la scelta» ha detto Spalletti.
La cittadinanza onoraria «La cittadinanza onoraria mi emoziona tantissimo. Mi piace essere diventato napoletano, mi piace pensare che anche tra dieci anni potrò tornare qui e essere amico di tanti, ritrovare affetto» ha detto Spalletti.
Le scelte dei calciatori «Ho imparato che in campo bisogna lasciare la decisione ai tuoi calciatori. Devono interpretare le situazioni in campo, quelle vie di mezzo che sono diventate per noi la misura giusta. Servono calciatori importanti per arrivare a questo punto: convincerli che il tuo lavoro sia la cosa giusta è il massimo e questa squadra c'è riuscita. Anche per i più bravi sarebbe difficile dire che abbiamo vinto solo perché gli altri sono andati male» ha detto Spalletti.
La cena con De Laurentiis «In quella cena con De Laurentiis abbiamo sistemato tutto in quarto d'ora. Siamo stati lucidi nel concludere quello che era il motivo del nostro incontro. Eravamo d'accordo che avrebbe comunicato lui la scelta. Non sono uno che cambia idea facilmente quando prende una decisione. Probabilmente mi faccio male da solo? Sì. Ma non lascio perché ho smesso di amare, lascio perché ho amato e ho dato tutto» ha detto Spalletti.
Il lavoro di 4 anni in un biennio «Rammarico per qualcosa c'è. Quando sono arrivato, De Laurentiis ha detto che non gli interessava niente della Coppa Italia e lo abbiamo preso in parola (ride). Dovevamo tornare tra le prime quattro e rimettere a posto i conti. È stato bravo a prendersi delle responsabilità che altri presidenti non prendono. Abbiamo risistemato tante cose, facendo il lavoro di quattro anni in un biennio. Ho imparato a essere più imprenditore con lui, lui è diventato più allenatore con me» ha detto Spalletti.
La formazione con la Samp «Demme e Olivera non si sono allenati, Mario Rui è rientrato da poco. Mi piacerebbe dare spazio a chi ci ha accompagnato tutto l'anno, la formazione sarà simile a quella che ha giocato più spesso» ha detto Spalletti.
La felicità senza confini «Ho amici che sono venuti a Napoli per vedere la festa ma non ci sono più biglietti e resteranno in giro per la città godendosi l'ultima partita. Abbiamo accolto tutti in queste celebrazioni: Napoli ha dimostrato che la felicità non ha confini né bandiere. Abbiamo aiutato a riempire gli stadi, dimostrando che lo stadio è un mezzo per star bene» ha detto Spalletti.
La dedica a Giulia Tramontano «Mi hanno detto che Giulia Tramontano era molto tifosa del Napoli. Gli uomini che fanno male a una donna confessano al mondo la loro vigliaccheria, la uccidono non una sola volta. Si uccide la vita, non solo una persona. Bisognerebbe rimanere umani qualche volta perché qui si sta diventando disumani. Con questo omicidio è stata cancellata una storia che andava vissuta. La festa di domani sarà anche per Giulia e il suo bambino. Chi pensa di risolvere le cose con la violenza, è un perdente senza futuro» ha detto Spalletti.
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