Il Napoli vince e va a +7
Cronaca
5 Marzo 2006 Fonte:
Metropolis
Il Napoli espugna Manfredonia con una prodezza di Pià
MANFREDONIA - Capitan Montervino venerdì scorso lo aveva predetto: “sarà la domenica della svolta-promozione”. Ebbene è andata proprio così: Napoli che interrompe la striscia negativa esterna espugnando il ‘Miramare' di Manfredonia grazie a una prodezza di Pià; Frosinone che crolla (2-0) a Castellammare di Stabia. In soldoni, azzurri che volano nuovamente a +7 sulla più immediata inseguitrice e, a nove gare dal termine e alla vigilia del doppia turno interno con Pisa e Martina, ipotecano il successo finale e il sospirato salto in serie B. Il tutto grazie a una vittoria, quella ottenuto in terra pugliese, frutto di tenacia e sapienza tattica, di pazienza e cinismo, ogni cosa miscelata nelle giusti dosi fino ad ottenere un mix da tre punti. Oddio, nel celebrare la domenica probabilmente decisiva per le sorti del girone B di C1, bisogna anche sottolineare i rischi e gli affanni palesati nella prima mezzora di gioco al cospetto di un Manfredonia tutto cuore ma sfortunato e tecnicamente non eccelso. Ma anche questi sono segnali importanti, che sgombrano il campo da ogni dubbio: questo è l'anno buono, questo è l'anno della B. Basta riavvolgere il nastro dell'incontro disputatosi alle porte del Gargano. Appena 50 secondi e i padroni di casa potevano passare in vantaggio: cross di Piccioni dalla sinistra, presa avventata di Iezzo che finisce in porta insieme al pallone, ma gol non ratificato per la segnalazione del guardalinee che ha visto la sfera uscire fuori dal campo, sul traversone, per poi rientrare. Il tutto tra le proteste del pubblico, che nel finale sarà protagonista in negativo con l'aggressione ai tesserati partenopei presenti in tribuna al ‘Miramare'.
Soffriva da matti l'avvio veemente degli avversari, la squadra di Reja. Una squadra con i cerotti, col tecnico azzurro costretto a rinunciare allo squalificato Romito e agli infortunati Lacrimini e Cupi. Con Savini ancora non al top (ma comunque al rientro in panchina a quattro mesi dall'infortunio al piede), l'allenatore goriziano lanciava nella mischia il giovane Briotti per non stravolgere l'assetto tattico con lo spostamento di Montervino sulla linea della retroguardia. Il ragazzo scuola Roma, pur mettendoci tutto, non riusciva a mettere la museruola a uno scatenato Tarantino, mentre in mezzo al campo l'aggressività di Barusso metteva in difficoltà un troppo compassato Bogliacino, e Menolascina (piazzato in posizione ibrida, davanti alla difesa) limitava in prima battuta un Pià non al meglio per gli ormai consueti problemi al ginocchio. Il Napoli si affacciava così dalle parti di Sassanelli solo su palle inattive (pericolosa ma contrata dal mucchio in area la conclusione di Maldonado al 9'), mentre i padroni di casa sembravano meglio messi atleticamente, anche perché si producevano, come sarà chiaro nell'evolversi del match, nel massimo sforzo proprio in avvio di gara. Al 32' Barusso (un 22enne ghanese da tenere d'occhio...) tirava fuori da buona posizione, al 34' e al 35' le repliche azzurre con Pià che prima mancava la deviazione di testa, poi, sull'inzuccata giusta, trovava l'opposizione di Sassanelli. Quindi, al 37', Iezzo si esaltava sulla conclusione ravvicinata di Piccioni, mentre al 43' una ‘puntata' di Trotta da buonissima posizione risultava centrale: 0-0 all'intervallo, con un Napoli in campo tosto ma spesso in sofferenza.
Nella ripresa la musica cambiava: come in molti prevedevano, il Manfredonia calava vistosamente sotto il profilo atletico. Le conseguenze erano due: baricentro arretrato pericolosamente e portatori di palla azzurri finalmente liberi di giostrare la sfera senza dover fare i conti col pressing avversario. Il Napoli così poteva cominciare a tessere il suo gioco, chiudendo i pugliesi nella propria metà campo. Logica conseguenza era il vantaggio degli ospiti, che arrivavava al 14': testa di Montervino per Trotta (il migliore in campo) a destra, traversone al centro, Pià (nella foto) a rubare il tempo a Trinchera e girare in rete dove Sassanelli non poteva arrivare. La reazione del Manfredonia era poca cosa. I padroni di casa subivano il contraccolpo psicologico dello 0-1 e, in più, risultavano in chiarissimo debito d'ossigeno. I cambi decisi da D'Adderio non cambiavano granché. Anzi, era proprio il Napoli a legittimare il vantaggio colpendo due legni: traversa di Calaiò su punizione al 24', palo scheggiato da Amodio (entrato al posto di Pià) al 43'. Nel mezzo un Reja che blindava l'1-0 con i cambi a disposizione, ma anche passando al 4-2-3-1 con Sosa nel finale per Calaiò. Proprio l'argentino finiva con l'innescare la bagarre finale, che ha rovinato una domenica tutto sommato cominciata all'insegna della festa. Ma questa è un'altra storia. Quella che si è chiusa al triplice fischio dice che gli azzurri tornano al successo esterno dopo 3 ko consecutivi e a due mesi e mezzo dal 3-1 di Frosinone. Squadra adesso ricacciata a -7. Sì, è stata proprio la domenica della svolta. (quesse)
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