Debutto choc, il Napoli travolto a Verona
Cronaca
18 Agosto 2024 Fonte:
Mediaset
Una partenza da incubo per gli azzurri che, timidi nel primo tempo e disastrosi nella ripresa, ne prendono tre dall'Hellas
Il Napoli di Antonio Conte inizia il campionato con una clamorosa sconfitta per 3-0 a Verona. Dopo un primo tempo equilibrato, nella ripresa l'Hellas di Zanetti gioca una gara perfetta e trova il vantaggio al 50' con Livramento che raccoglie l'assist di esterno di Lazovic, anticipa Juan Jesus e buca Meret. Il raddoppio lo firma Mosquera al 75', servito da un super Duda. Il colombiano firma il 3-0 al 94'. Per gli azzurri, che hanno perso Kvaratskhelia a fine primo tempo per un problema muscolare, solo una traversa di Anguissa.
LA PARTITA Conte lo aveva detto, di aver trovato a Napoli una situazione peggiore di quella che si aspettava. Ma una partenza così è un vero incubo, al netto di un mercato che deve portare rinforzi. Per la prima volta da quando allena, inizia il campionato con una sconfitta. Un Napoli timido nel primo tempo e disastroso nella ripresa inizia il suo campionato non solo con una brutta prestazione ma anche con un atteggiamento arrendevole, senza energia e senza idee. Di Conte, insomma, non c'è nulla. Il Verona di Zanetti, invece, è una meraviglia: squadra compatta e ordinata nel primo tempo, nella ripresa ha espresso la qualità dei centrocampisti e ha sfruttato le ripartenze per andare a vincere una gara perfetta.
Il nuovo Napoli di Antonio Conte inizia a scrivere la sua storia da quella Verona che due anni fa rivelò per la prima volta la potenza e la bellezza di un altro Napoli, quello poi tricolore di Luciano Spalletti. Sulle sue ambizioni, invece, Conte non si è voluto sbilanciare e il mercato definito "bloccato" e "complicato" risulta chiaro nell'11 titolare che, con la sola eccezione di Spinazzola, è composto da giocatori dell'anno scorso, di quella squadra cioè arrivata decima tra mille difficoltà. In difesa Conte, che deve rinunciare a Buongiorno, schiera Rrahmani al centro con Di Lorenzo e Juan Jesus a completare la linea a tre; Mazzocchi e Spinazzola sono gli esterni con in mezzo Lobotka e Anguissa; davanti Kvaratskhelia e Politano fanno da sostegno fantasioso a Simeone, preferito a Raspadori come punta centrale.
Il Verona di Zanetti è un 4-2-3-1 che si capisce subito essere ordinato, compatto e aggressivo sugli avversari. In fase di non possesso capitan Lazovic a sinistra si abbassa a formare quasi una linea a 5, con Frese che si stringe ai centrali Coppola e Dawidowicz. A destra Tchatchoua ha lo stesso compito del suo capitano: difendere e ripartire a tutta fascia. Il Napoli prova a essere aggressivo, ad allargare il gioco sulle fasce (con scambi continui tra gli esterni e le mezze punte) e a cercare gli inserimenti di Anguissa e Lobotka: sono proprio loro due, con inserimenti in area puntuali ma conclusioni alte, ad avere le due occasioni migliori dei primi 45 minuti. E' soprattutto la catena di destra a funzionare bene, con Di Lorenzo che spinge e si propone e Politano che lavora tanti palloni e cerca di creare spazi e superiorità.
L'Hellas fa tanta densità davanti all'area e non lascia praticamente spazi. Non riesce a ripartire e sfrutta male un paio di calci piazzati (oltre a non riuscire a trovare la punta Tengstedt) ma in fase di contenimento e recupero palla la squadra di Zanetti disputa un primo tempo praticamente perfetto, con un pressing corale e con un Tchatchoua in grande spolvero, che sul finire della prima frazione salva tutto su Kvaratskhelia lanciato a rete da uno sciagurato retropassaggio di Frese.
I guai fisici di Kvara, che cerca la sue giocate ma senza mai accendersi davvero, spingono in campo Raspadori ad affiancare Simeone a inizio ripresa. Ma è di Kastanos, che combina bene con Tchatchoua in moto perpetuo, la prima occasione, fuori di poco. Questo è solo il preludio all'azione da manuale che porta al vantaggio veronese, con un Napoli allungato e distratto, un Hellas che riparte alla perfezione con la conduzione di Kastanos-Duda e capitan Lazovic che di esterno serve una pepita d'oro a Livramento, lesto ad anticipare Juan Jesus. La reazione di un Napoli colpito e confuso sta ancora nelle avanzate di Di Lorenzo: è lui a servire Anguissa a rimorchio che al 60' centra la traversa e prova a dare segnali di vita. Segnali timidi, perché in realtà la squadra di Conte si innervosisce e sbaglia molto. E dalla panchina una delle poche soluzioni è Olivera: difficile così provare a cambiare marcia e spirito. Anche perché il Verona è caparbio e l'azione del 2-0 ne è l'emblema: Suslov lotta e arpiona un pallone che poi Duda verticalizza per Mosquera che a pochi secondi dal suo ingresso in campo timbra con un diagonale preciso la sua prima rete in A in un esordio da sogno. Da incubo invece il Napoli che in questa azione è fermo, incapace di reagire e tutto fuori posto. Emblematico, nonostante le dichiarazioni battagliere di Conte, che nella sua squadra non ci siano nemmeno ammoniti (a parte il solo Raspadori, frustrato). E il Verona porta avanti il suo show con i centrocampisti che saltano regolarmente gli avversari e continuano a spingere e a giocare bene: perché si, la squadra di Zanetti gioca bene e con qualità. E alla fine, in pieno recupero trova il 3-0 dell'apoteosi con un Mosquera che si guadagna la copertina.
Conte, oltre che reclamare i rinforzi sul mercato, deve lavorare anche sull'atteggiamento di una squadra arrendevole, che si è sciolta improvvisamente, che si sapeva essere un cantiere e ancora non completa ma che quanto meno avrebbe dovuto dare battaglia. Non si è visto nulla dello "spirito contiano" e come dice lui in questo momento non serve parlare di tattica: il suo Napoli deve ripartire da molto più lontano.
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