De Laurentiis parla agli studenti del Giordani
Interviste
5 Maggio 2022 Fonte:
Corriere del Mezzogiorno
"Il Napoli? Non posso ragionare solo da tifoso, faccio impresa e in Europa si parla di noi"
«Chi di voi ha visto Real Madrid - Manchester City ieri sera? È stata bella vero?». Aurelio De Laurentiis, che si era ripromesso di non cedere alla tentazione di parlare di calcio davanti a quell'uditorio, finisce con il farlo senza attendere l'innesco di eventuali domande. «Lì in mezzo c'era un pezzo di Napoli — aggiunge —: Carlo Ancelotti». Il che testimonia ancora una volta, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che tra il patron azzurro e l'ex allenatore del Napoli, il pluridecorato tecnico di Reggiolo, quella fine anticipata del rapporto lascia un che di «irrisolto».
Il rapporto con l'ex allenatore Parlando agli studenti dell'Istituto tecnico industriale e liceo scientifico “Giordani” di Caserta in un incontro ospitato giovedì 5 maggio nell'aula magna, De Laurentiis sembra voler fare anche una sorta di mea culpa: «In fondo — rileva — noi napoletani siamo strani: siamo bravi a fare critica ma non anche autocritica». Un chiaro riferimento a ciò che sarebbe potuto essere se Ancelotti fosse rimasto e che non è stato. Anche se, in un altro momento della mattinata e nello stesso contesto, tornando nuovamente a parlare di Ancelotti — da lui fortemente cercato e ritenuto come un “fiore all'occhiello” dei 18 anni da presidente — De Laurentiis non manca di sottolineare come «vinca, e lo sappia fare bene, da allenatore di squadre con top player».
I temi: dall'economia alla guerra al lavoro L'incontro, voluto dalla dirigente scolastica Antonella Serpico e reso possibile grazie all'impegno della docente Annamaria Alois, Cavaliere del Lavoro, si rivela un'opportunità per i giovani ma anche per lo stesso patron del Napoli, che tra i ragazzi si districa assai bene usando un linguaggio spesso colorito, stando al gioco, fornendo assist su una serie di argomenti che catturano l'attenzione. De Laurentiis affronta con i giovani i temi legati all'attuale momento economico («Inflazione? Direi che siamo nel mezzo di una stagflazione, oggi è tutto così rarefatto, spento», osserva. «Poi vedo il successo al botteghino dell'ultimo film della Marvel, “Doctor Strange”, con 2,2 milioni di euro nella prima serata e allora penso che qualcosa si sta muovendo»); alla crisi russo-ucraina (Wladyslaw, un giovane di origini ucraine, gli chiede «come mai l'umanità ripete sempre gli stessi errori?» e De Laurentiis, di rimando, si produce in un'accusa agli Usa: «È da dopo il ‘29 che gli Stati Uniti hanno tratto vantaggio dall'espansione dell'industria bellica»); agli sbocchi nel mondo del lavoro («Se dovessi dare un consiglio ai giovani sarebbe questo: studiate in un contesto in cui vi siano dei contenuti e dove questi contenuti si possano commercializzare, vi sia una richiesta oggettiva»).
«Non posso essere solo tifoso, faccio impresa» In un modo o nell'altro, però, anche grazie alle domande degli studenti, De Laurentiis viene ancora trascinato sul terreno dello sport e della gestione di una società sportiva. «Se avessi seguito solo il mio istinto di tifoso — ammette — saremmo falliti ogni anno. Invece io devo fare impresa. Il mio pensiero fisso è: come faccio a fare impresa in modo diverso rispetto a quelli che mi hanno preceduto e in tanti anni hanno vinto solo due scudetti?». Con orgoglio il presidente azzurro ricorda qui che da quando ha preso il Napoli «sono trascorsi 18 anni, i bilanci sono sempre stati in positivo e siamo in Europa da 13 anni consecutivi» e che solo nel mondo occidentale la Nielsen attribuisce al Napoli «83 milioni di fans». Gli si chiede: perché dove mettono mano gli sceicchi si vince e dove si fa impresa seria no? «E mi dite cosa ha vinto il Psg in tutti questi anni se non solo il campionato francese?» è la risposta. E ancora: «Il Chelsea di Abramovich è stato stimato 6,5 miliardi di euro ma quanti campionati ha vinto ultimamente?». Si parla di cinema («I miei registi preferiti: Fellini, Kurosawa e Kubrick»), delle accuse di «uomo solo al comando» che sovente gli vengono rivolte («Ma che str.....te sono? Lavoro con passione perché so che lo sto facendo per me»). Poi, a incontro finito, qualcuno gli chiede del futuro di Mertens a Napoli. «Ne parleremo a fine stagione», risponde con un sorriso. Saluta, salta sul van con cui è arrivato e riparte per Roma. Non appena in viaggio twitta: «Bellissimo incontro con gli studenti dell'istituto Francesco Giordani di Caserta, organizzato magistralmente dalla professoressa e Cavaliere del Lavoro Annamaria Alois».
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