De Laurentiis:"I conti si fanno alla fine"
Interviste
7 Ottobre 2017 Fonte:
Corriere dello Sport
"Non conta essere lassù adesso ma a fine marzo. Sarri? Con noi almeno dieci anni. KO Milik? Ho investito su Inglese"
De Laurentiis torna da Los Angeles e ritrova il suo Napoli primo in classifica: cos'è, un kolossal? «Non sono sorpreso ma neanche esaltato: so bene che i conti si fanno alla fine e che certe posizioni assumono un valore assai significativo a marzo».
Sarri è un capitolo a parte... «Io di Sarri ero innamorato prima e lo sono ancor di più oggi. Ha un gran dono: non è un rompiscatole e con lui si può parlare di tutto. Spero che resti con noi almeno dieci anni, altrimenti ce ne faremo una ragione e ne dovremmo trovare un altro. La clausola non mi preoccupa e se la salute mi assiste vedremo dei gloriosi anni azzurri».
«Non conta essere lassù adesso ma a fine marzo. Non facciamoci prendere la mano, continuiamo a lavorare a testa bassa con umiltà sena gonfiarci il petto. Scudetto? Possiamo parlarne, però ci sono rischi dietro l'angolo come l'infortunio di Milik. Per fortuna adesso già sappiamo che Mertens è un falso nove. E per fortuna non sono di casa gli infortuni, anche giocando moltissime partite. Nel mercato di riparazione vedremo cosa fare, ho investito su Inglese, lo stimo molto ed è un calciatore maturo». Così Aurelio De Laurentiis a Radio Kiss Kiss Napoli, a 360° sul Napoli e sul mondo del calcio italiano.
«Diritti Tv? Voglio spiegare ai tifosi che più riusciamo a fatturare più possiamo divertirci, acquistando nuovi calciatori per la prima squadra e per le giovanili. Avevo detto al capo di Infront, che si occupa della collocazione dei vari diritti sul web e non solo, che secondo il mio punto di vista non c'era fretta, visto che parliamo di vendere i prossimi tre anni, e sarebbe stato avventato venderli già oggi. Questo perchè stiamo ricostruendo la Lega con un nuovo statuto che prevede un amministratore con pieni poteri che controlla appunto anche questo argomento. Infantino sarebbe la persona adatta. Abbiamo comunque portato avanti la prima tornata, che però ha avuto un esito negativo, quindi avevo ragione. Avrei presentato un nuovo decreto legge che andasse in contrasto con la legge Melandri che ha distrutto la possibilità di massimizzare i ricavi tramite la vendita di tali diritti, per poter venderli liberamente ad un'asta. Continuo a non capire perché venderli fin da subito: se Berlusconi vincesse le elezioni magari la stessa Mediaset potrebbe rialzare il capo nei confronti del calcio italiano».
«Per i diritti esteri, c'è sempre e di mezzo Infront, che avrà i suoi amici. Quando sono in Oriente vedo solo partite della Premier, se gioca il Napoli, non lo vedo mai. Vendono per conto dei loro interessi. Mondiali in Cina? Auguriamocelo. C'è bisogno di tempo, delle strutture adeguate, di capirsi. L'errore è quello di pensare che si può andare in Cina, rubare qualche soldo e scappare. Bisogna avere la disponibilità e l'amore di spiegare quello che è il calcio, per farli crescere e far sì che diventi un nuovo sbocco per il mercato».
|