De Laurentiis: "Non mi basta il secondo posto"
Interviste
14 Agosto 2016 Fonte:
The Big Soccer
"Guai a dare per scontato quanto fatto però, ricordiamoci da dove siamo partiti"
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica nella quale ha parlato a lungo di numerosi argomenti parlando anche delle condizioni in cui versa attualmente il calcio oltre che degli obiettivi del Napoli per il prossimo futuro. Ecco le parole di De Laurentiis:
"Il calcio? Ho scoperto un movimento vecchio, fatto di conservatori con poca voglia di crescere e stare al passo. Mi trattavano come un visionario inizialmente ma infine mi hanno dato ragione". De Laurentiis ha poi parlato del Napoli: "Quando seppi dei fallimenti mi lanciai anima e corpo in quest'avventura. Era stata ferita e mortificata l'intera città. Ho dovuto fare una full immersion, dalla serie C alla Champions. Dodici anni fa eravamo circa cinquecentesimi nel ranking, oggi siamo nelle prime venti. Per me è ancora tutto work in progress. Chi si ferma è perduto. Questo è un concetto che vale per il calcio come per la vita. La città è stata martoriata dalla spazzatura, dalla terra dei fuochi, dai cantieri sorti un pò ovunque. Sono stati anni difficili ma questo non ci autorizza a gettare la spugna. Spesso penso a un comitato per la città al quale dovrebbe prendere parte il popolo con industriali, intellettuali, la sovraintendenza ed anche noi del Napoli. Per un mese si litigherebbe ma poi il comitato potrebbe tirar fuori sei o sette priorità di interesse comune, per fare il bene della città". De Laurentiis ha parlato infine del suo rapporto con Luigi De Magistris: "Mai avuto problemi con il sindaco. Il mio rapporto con lui è stato franco e collaborativo. I problemi nascono quando si spegne la luce del sindaco ed entrano in gioco altri fattori. In 40 giorni avrei fatto i lavori più urgenti al San Paolo, lavorando anche di notte. La burocrazia ha fermato tutto. I nostri obiettivi? Non mi accontento del secondo posto. Occorre sempre puntare in alto. Guai a dare per scontato quanto fatto però, ricordiamoci da dove siamo partiti".
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