A confronto le 4 pretendenti a scudetto
Cronaca
10 Novembre 2015 Fonte:
Gazzetta dello Sport
I viola hanno più possesso palla, i nerazzurri la miglior difesa, i giallorossi il miglior attacco, gli azzurri corrono più di tutti
La Vecchia Signora non perderà mai il suo fascino, ma le quattro giovani pretendenti al trono (le) hanno già fatto perdere la testa: la Fiorentina ha una bellezza conturbante, più la vedi e più te ne innamori, ha un effetto quasi ipnotico (ma è l'estasi, non il sonno, il fine ultimo); l'Inter è una donna all'apparenza di ghiaccio, pragmatica, sai che ti resterà fedele (o forse lo immagini, visto che qualcuno si ostina a chiamarla pazza); con la Roma rischi il colpo di fulmine, ti acceca per quanto sa essere splendida e a volte ti delude per quanto sa essere stupida; il Napoli è una ragazza sempre in movimento, divertente, con lei non ti annoierai mai. La bionda, la rossa, la mora (e la viola): ciascuna "primeggia" in qualcosa. E scegliere, si sa, è impossibile. La nuova regina verrà incoronata domenica 15 maggio: la Juve (che ha perso i vecchi trucchi Tevez, Pirlo e Vidal e fa fatica a farsi bella) ha sei mesi per dire alla Serie A di smettere di cercarsi un'amante.
FIORENTINA — Paulo Sousa ha ereditato la Viola stile Barça di Montella che aveva nel palleggio il suo stile. Le amichevoli di quest'estate e le primissime giornate di campionato sembravano aver invertito il trend: meno ghirigori, più verticalizzazioni. Ma il dna non si cancella e se hai Borja Valero in squadra e a volte (non tantissime) ti permetti il lusso di schierarlo a centrocampo con tre attaccanti davanti, più un Blaszczykowski o un Bernardeschi sulla fascia, comandare il gioco diventa un obbligo e un piacere. Solo con il Genoa, al terzo turno di campionato, la Fiorentina ha avuto un possesso palla inferiore all'avversario. Queste dodici giornate dicono che la Viola ha avuto il pallone tra i piedi per il 60,7% del tempo: nessuno in Serie A ha fatto meglio. È questa la via che porta ai gol di Kalinic e Ilicic e a quelli non subiti da Tatarusanu. È questa la via che porta alla vetta. E magari allo scudetto.
INTER — Il primato dell'Inter è in un numero: 7. Sono i gol subiti in quest'inizio stagione, poco più di uno ogni due partite, più della metà dei quali incassati nella sorprendente batosta contro la Fiorentina (l'unica al momento): i nerazzurri hanno la miglior difesa del campionato anche se Murillo-Miranda, la coppia centrale titolare, si è vista solo, indovinate un po', sette volte. Sette sono le vittorie per 1-0, marchio di fabbrica della nuova Inter di Mancini: segna poco (12 gol, appena uno a partita), subisce ancora meno. Non è mai bella, l'ha detto anche il suo allenatore, ma è solidissima, quando schiera cinque difensori e tre mediani come col Torino e quando mette in campo tre attaccanti. Ha il potere di far giocare (quasi) sempre male l'avversario, un leader come Medel e un portiere (Handanovic) che quest'anno para tutto. Sette, infine, è anche il numero di Kondogbia, l'ultimo match-winner. Che ha regalato all'Inter una sosta al comando (con 7 punti di vantaggio sul Milan).
ROMA — Segnare tutti, segnare tanto (un po' a testa). Segnare, sicuramente, più di tutti: 27 volte, più di 2 a partita, con 12 giocatori diversi. Garcia ha il miglior attacco del campionato e una facilità di creare occasioni disarmante: merito del centrocampo forse migliore del campionato (Pjanic-De Rossi-Nainggolan se la giocano con Khedira-Marchisio-Pogba), di due giocatori come Gervinho e Salah che in A, con la loro velocità, fanno la differenza, anche se soprattutto in campo aperto. E la recente crescita di Dzeko dice che ci sono anche margini di miglioramento. Aspettando anche Totti. A inizio stagione la Roma era l'anti-Juve, come lo è stata nelle ultime due stagioni: ora è terza, è rimasta a secco solo contro l'Inter. La sua via allo scudetto è fare un gol più degli altri. E pazienza se in Italia di solito vince chi ha la miglior difesa.
NAPOLI — Milletrecentoquattro chilometri. Fossero quelli percorsi da un'auto, diremmo che è rimasta ferma. La macchina Napoli, invece, ha corso tantissimo. Più di tutti. È quarta, ha la qualità dei ricchi e l'umiltà dei poveri. Sarri lavorava in banca, qui ha fatto il meccanico: ha messo ogni pezzo al posto giusto. Insigne esterno sinistro d'attacco nel tridente (come con Zeman), Jorginho centrale di un centrocampo a tre (come a Verona), Hamsik mezzala. Così ha fatto dimenticare ai tifosi le amarezze lasciate da Benitez, avendo dal mercato due soli rinforzi veri, Allan (fondamentale nel lavoro di raccordo) e Hysaj (più adatto di Maggio a fare il terzino). In questa macchina perfetta, che non subisce gol da 377 minuti, non perde dalla prima giornata e ha già dato lezioni di calcio a Milan e Juve, battendo anche la Fiorentina, brilla la stella di Higuain, capocannoniere del campionato che sembrava avere il mal di pancia. E ora ha solo tanta fame. (ivan palumbo)
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