Giampiero Amandola autore di un "inqualificabile e vergognoso servizio"
La Rai ha sospeso il giornalista Giampiero Amandola che in un servizio per il Tgr Piemonte ha chiesto a un tifoso juventino se riconoscesse i napoletani dalla puzza. La tv pubblica definisce il servizio in questione, che ha sollevato una bufera sul web, «inqualificabile e vergognoso».
Il servizio. E' andata crescendo di ora in ora sul web l'indignazione dei tifosi del Napoli. Il servizio, andato in onda sabato nell'edizione delle 19.30, è stato realizzato all'esterno dello Juventus Stadium con i tifosi bianconeri, poco prima che si disputasse Juve-Napoli. Un minuto e mezzo pieno di riferimenti razzisti nei confronti dei tifosi azzurri. Amandola arriva a dire che «i napoletani si distinguono elegantemente dalla puzza».
Il procedimento discplinare. La Rai «nello scusarsi profondamente con tutti i cittadini di Napoli e con tutti gli italiani per l'inqualificabile e vergognoso servizio - sottolinea una nota di Viale Mazzini - comunica che il giornalista è sospeso dal servizio e nei suoi confronti l'azienda ha aperto un procedimento disciplinare. Il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, e il direttore generale, Luigi Gubitosi - si legge ancora nella nota - hanno espresso il loro sdegno per l'increscioso episodio e si augurano che gli uffici competenti applichino la massima celerità e severità nel giudicare l'accaduto. Il direttore generale si è scusato personalmente e a nome dell'intera azienda con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris». La Rai, conclude la nota, «è e sarà sempre in prima fila nella lotta contro ogni forma di razzismo e la stupidità che l'accompagna».
La protesta. Il video circola su youtube, su facebook e sui principali siti dedicati ai tifosi del Napoli. Post e commenti non si contano. A protestare è stato anche il sindaco di Napoli. Indignazione bipartisan: anche il sito di supporters bianconeri, Canale Juve, si è dissociato dalle volgarità dette durante il servzio tv.
Il Cdr Rai si scusa. Nella sera di ieri era già arrivata la lettera del Comitato di redazione della sede regionale della Rai di Torino che «si scusa con i telespettatori» per gli «apprezzamenti irrispettosi nei confronti dei tifosi napoletani». Il Comitato di redazione della Rai di Torino sottolinea «come anche il collega protagonista dell'episodio abbia riconosciuto di essere incorso in un incidente dovuto alla fretta con la quale ha dovuto montare il servizio. Il tentativo di ironizzare sugli aspetti più beceri del tifo da stadio si è trasformato in una battuta infelice per la quale è giusto chiedere scusa. Neppure lontanamente l'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo può essere accostata a valori che non siano quelli della solidarietà e del rispetto tra le persone».
Il giornalista: sono dispiaciuto. Amandola, l'autore del servizio, si è detto dispiaciuto per quello che considera un equivoco nato in seguito a una sua battuta che, spiega oggi, era contro i cori razzisti negli stadi e non contro i supporters partenopei.
De Magistris: stereotipi inaccettabili. «Questo stereotipo continuo sui napoletani e sul Sud è inaccettabile», ha detto il sindaco di Napoli. «Quando ho visto il servizio ho avuto un sussulto di indignazione - ha affermato de Magistris -. Indignazione poi placata - ha aggiunto - dal comunicato del Cdr che ha chiesto scusa. Invito quel giornalista a venire a Napoli - ha sottolineato - a vedere le nostre bellezze e a togliersi dalla testa questi stereotipi. Una battuta? Poteva risparmiarsela».
Il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, ha chiesto all'Ordine del Piemonte di aprire un procedimento disciplinare nei riguardi di Giampiero Amandola. Iacopino ha formulato la richiesta in un post pubblicato ieri sera sulla propria pagina Facebook. «La puzza. Aumenta - scrive Iacopino - quella sul servizio mandato in onda dalla Rai di Torino. Ma - aggiunge - come si fa ad evocare "la fretta" come scusante? L'insulto era contenuto in una domanda non in una voce fuori campo. Un po' di rispetto. Almeno un po' - ha concluso Iacopino - Un po' di dignità».