Denis: "A Napoli Quagliarella doveva giocare..."
Interviste
6 Gennaio 2012 Fonte:
Repubblica
L'attaccante argentino, capocannoniere del campionato con 12 reti, parla del suo addio al Napoli
Il gol è una cosa meravigliosa. Può sconfinare persino nella sordità assoluta, guarda cosa ti combinano le emozioni: "A me capita una cosa strana. La palla finisce in rete e di colpo non sento più niente. Mi si turano le orecchie, piombo nel silenzio assoluto. Dura almeno dieci secondi. E' come se mi esplodesse una cosa fortissima dentro e non posso più ascoltare i rumori, lo stadio che esulta, i compagni intorno... Dopo quei dieci secondi, di botto mi arriva tutto addosso e allora sì che sento lo stadio vibrare, le urla e il resto. Il gol è il massimo, una cosa incomparabile. Difficile spiegarlo se non l'hai provato". Finora le è accaduto di rimanere sordo 12 volte, signor German Denis, capocannoniere della A. Non è un po' strana un'esplosione a 30 anni suonati? "Mica sono esploso ora. Nel 2007 avevo segnato 27 gol con l'Independiente. E' che non riuscivo a ripetermi in Italia. Al Napoli pensavo di avercela fatta, poi arrivò Quagliarella che doveva giocare e finii in panchina, allora addio. A me non è mai piaciuto fare la riserva, a nessuno. Qui all'Atalanta ho trovato la situazione perfetta. Per un centravanti la perfezione è avere la fiducia di tutti: dell'allenatore che ti sceglie come titolare, dei compagni che ti danno la palla, del club e dei tifosi". E arrivano i gol. "Che sono tutto. Per noi e per voi. Se gioco bene e non segno, voto 5,5 o 6. Se gioco male e segno, voto 7...". In tre anni tra Napoli e Udinese aveva segnato 17 gol, ora è già a 12 in neppure metà campionato. E' cambiato qualcos'altro? "L'alimentazione". Una nuova dieta aiuta a segnare di più? "La testa dipende dal fisico, e viceversa. In questi mesi ho imparato ad arrivare meglio alla partita, col peso giusto e tutto. Sono una buona forchetta e a volte esageravo. Poi ho visto Bellini e Manfredini: seguivano un'alimentazione particolare e ho fatto come loro. A cominciare dalla grigliata dell'asado: ormai solo una volta al mese, giuro. Carne sì, ma alternando quella bianca a quella rossa. Invece ho eliminato la pasta. Gli zuccheri e i carboidrati li prendo dalla frutta: ora ne mangio tantissima. E verdure, un sacco. Ho diminuito la massa grassa e i risultati si vedono". Dodici gol, appunto. I tre più belli? "Al Lecce, in mezza girata volante. All'Inter, di testa. Al Cagliari, con scavetto sul portiere in uscita". E al Milan, domenica, non vuole dare un dolore? "Ho segnato due reti al Milan, uno giusto un anno fa con l'Udinese, poi finì 4-4, e l'altra col Napoli, gol del 2-2 in rimonta al 94'. Col Milan vorresti sempre giocare, è un avversario che ti dà emozioni diverse, ci pensi tutta la settimana". A proposito di emozioni: com'è stato andare in nazionale? "Magnifico. Nello stesso spogliatoio con Messi, uno di un altro pianeta, e tutti quegli altri fenomeni di attaccanti. Ma uno con le mie caratteristiche non c'è, per questo hanno visto i miei gol in Italia e mi hanno chiamato. Spero di arrivare ai Mondiali del 2014". E un grande club quando? "Ora penso solo alla salvezza. Poi è chiaro, a chi non piacerebbe giocare in una grande?". Juve, Milan o Inter? "Non mi metta in difficoltà, sono sullo stesso livello...". Idoli, punti di riferimento? "Batistuta e Crespo. Due che infatti non hanno avuto un facile inizio in Italia...". I migliori argentini che giocano nel nostro campionato? "Tolti noi argentini dell'Atalanta... il numero uno rimane Zanetti. Poi Lamela, talento nitido. E Milito, anche se ora è giù". I migliori attaccanti del mondo? "Tolto Messi, dico Drogba: fisico, velocità, colpo di testa e i due piedi. Poi Rooney e Cristiano Ronaldo". Gli allenatori della sua vita? "Burruchaga, che mi portò all'Independiente. Pedro Troglio, che mi valorizzò. E ora Colantuono, ovvio". Il bello del calcio? "Rendere un lavoro il tuo divertimento, e fare un mestiere che ti toglie dalla strada". Il brutto? "Certe persone che ronzano intorno a questo mondo, che stanno lì solo per spillarti soldi, o peggio. Le ho incontrate, sa". (andrea sorrentino)
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