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B...uona Pasqua
Cronaca
15 Aprile 2006 Fonte:
Metropolis
Il Napoli batte il Perugia (2-0) e approda in B con tre giornate di anticipo
NAPOLI - L'incubo del 19 giugno 2005, le lacrime del Partenio per una B solo sfiorata, scompaiono nel radioso pomeriggio della vigilia di Pasqua. Il Napoli conquista la promozione in cadetteria con tre giornate di anticipo, confermando la forza di un gruppo sempre e comunque ben più di una spanna superiore a qualsiasi avversario di categoria. E' festa, nonostante una tifoseria divisa sull'argomento, al San Paolo e per le principali arterie cittadine. Fuori dall'inferno: 2-0 al Perugia, Frosinone sconfitto a Chieti. Fuori dall'inferno e aritmeticamente in B. Liberi di gioire, ed anche di sognare, perché, lo sanno anche le pietre, questo è solo il primo passo della grande marcia che porterà la compagine azzurra nell'elite del calcio italiano e non solo. Il primo passo, solo il primo passo. Che però permette di gettarsi alle spalle l'assurda estate del 2004, le ignobili giornate in attesa dei pareri dei tribunali, il bluff Gaucci, il braccio di ferro con la Figc, i veleni e le polemiche, l'onta della C, il disonore dei viaggi nelle polverose periferie del pallone, le umilianti sconfitte contro squadre senza storia e senza futuro, l'affannosa rincorsa playoff, il ‘dramma' di Avellino, la beffa del mancato ripescaggio, la fatica di ricominciare tutto daccapo, i dubbi e le paure, nonostante tutto, lungo un campionato comunque trionfale. Basta. E' finita. Il Napoli è in B. Il primo passo. Napoli sta arrivando.
E pensare che l'avvio della gara decisiva si rivelava spigoloso, molto tattico, anche. Il Perugia si confermava squadra solida, brava a coprire il campo, anche perché Stringara impostava una partita coperta. Il tecnico perugino aveva chiesto ai suoi di bloccare soprattutto le fasce laterali, costringendo gli azzurri ad inbottigliarsi per vie centrali. La squadra di Reja riusciva a mostrarsi comunque pericolosa, grazie alla maggiore intraprendenza, ed alla velocità della coppia centrale avanzata Pià-Calaiò, in gran vena fin dalle prime battute. Poche comunque le emozioni, a parte qualche accenno di mischia in area ospite. Al quarto d'ora però il San Paolo si accendeva alla notizia del vantaggio del Chieti sul Frosinone. E gli effetti si facevano sentire anche sul terreno di gioco. Il Napoli accelerava, facendo perno soprattutto su un indemoniato Pià, capace di creare scompigli grazie al suo svariare sulle zone laterali. Proprio una sua accelerazione a sinistra portava in dote la punizione grazie alla quale gli azzurri sbloccavano il match: sulla parabola disegnata da Bogliacino trovava il tempo giusto il solito Calaiò, che di testa infilava Pinzan (20') incrociando la zuccata. La brezza portava sul catino di Fuorigrotta il profumo di B. Un profumo sempre più intenso, inebriante.
La ripresa si apriva su ritmi bassi, complice anche il primo, vero caldo di stagione. Tanti gli errori in appoggio, da una parte e dall'altra, ma anche un Perugia un tantino più determinato e dal baricentro più alto. Al 5' Dipasquale scheggiava la traversa con un sinistro da distanza siderale che coglieva impreparato Iezzo. Al 13' ci provava Arcadio, ma la sventola su punizione finiva fuori. Miracoloso invece Maldonado al 17', quando un suo recupero evitava la stoccata a botta sicura di Cellini a pochi passi dalla porta azzurra. Sbuffi, solo questo. Nel frattempo uno stremato Pià aveva lasciato il posto a Sosa. Reja si predisponeva al finale più chiusi-e-lanci lunghi sul Pampa. Senza disdegnare le ripartenze, però. Su una di queste, al 22', arrivava la magistrale manovra che portava al 2-0, firmato da Capparella con una mezza girata in area su traversone da destra di Grava. Era il gol-tripudio. Il gol che metteva la B in cassaforte. Il timbro-promozione. Ed anche, per il generoso esterno laziale, la rete che scacciava gli incubi del Partenio, e i fantasmi di quegli errori davanti a Cecere che costarono l'amara sconfitta nella finale playoff dell'anno scorso. Di lì in avanti un po' di melina, un palo di Diarra al 44', giusto per non rovinare la festa. Operazione che quasi riusciva ai supporters della curva B, quando a 10 minuti dal termine riempivano le gradinate di striscioni contro Carraro. La vendetta, consumata nel momento sbagliato, però. L'arbitro Salati sospendeva, come da regolamento, il match per 4 lunghi minuti, facendo anche temere il peggio (leggasi gara persa a tavolino). Poi prevaleva il buon senso. Si riprendeva, 2-0 finale, Napoli in B, con tutti gli azzurri a festeggiare insieme alla gente, sulle note di ‘o surdato nnammorato'. ‘Oi vita, oi vita mia' a squarciagola tra sventolii di bandiere e fuochi pirotecnici, con Reja portato in trionfo dai suoi scudieri. Via dall'inferno. Napoli in B. Con largo anticipo. Il che significa poter cominciare a programmare il futuro prima di tutti. Un vantaggio importante, che rende ancora più forte una società che ha davanti a sé tante giornate come questa. (quesse)
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