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Sosa: "La B è vicina"
Interviste
10 Aprile 2006 Fonte:
Metropolis
"Pregusto il piacere di lasciare questa categoria"
Inacio Pià sta tornando. Significa che per Roberto Sosa (nella foto) potrebbero riaprirsi le porte della panchina. Ma a questo punto, con il Frosinone a -8 con una partita in più ed appena 4 giornate dalla fine, chissenefrega! Infatti le prime parole del Pampa, in quel di Castelvolturno, sono rivolte altrove: "Già pregusto il piacere di lasciare questa categoria, la serie C penalizza tutti quanti noi. Pochi di noi in passato hanno frequentato questo campionato, ma dal prossimo anno per noi sarà tutto diverso, andrà tutto meglio. Si vedrà spettacolo, azioni, gol, grande pubblico...". Platee che competono al Napoli, insomma. Ormai ci siamo, l'obiettivo è vicino. "Sì, ormai il cammino è in discesa - commenta l'ariete argentino - siamo in dirittura d'arrivo e possiamo sostenere con convinzione che tra due, massimo tre partite possiamo anche festeggiare la promozione. Per adesso ci preoccupiamo soltanto del Foggia, però. Sarà una gara particolare. Anche all'andata lo fu. Vennero al San Paolo da ultimi in classifica e conquistarono il pareggio, adesso sono invischiati nella zona play out e non possono perdere altri punti. Ripeto, non bisogna sottovalutare il Foggia, ma andare in campo con la stessa determinazione che abbiamo mostrato di recente, tirando fuori gli attributi. Poi, si potrà anche perdere se loro saranno stati più bravi di noi. Il Frosinone ha pareggiato ed è ancora ad otto punti di distacco? Al Frosinone non penso affatto, anzi non mi passa minimamete per la testa. Mi complimento con loro perché hanno disputato un bel campionato, ma non mi sono curato della seconda in classifica da quando abbiamo raggiunto la vetta della classifica. Ha detto bene De Laurentiis: il miglior nemico del Napoli è il Napoli stesso". Poi si entra nel vivo. Si parla del futuro. E Sosa mostra gli artigli: "Non mi va di parlare di mercato, anche se i nomi di cui sento parlare non sono meglio di quelli che già indossano la maglia azzurra - ringhia il Pampa - Bucchi e Langella non sono meglio di me, ma nemmeno di Calaiò, Pià e Grieco. Si può essere bravi quanto si vuole, ma a Napoli bisogna sempre dimostrare di essere in grado di reggere la piazza. Se dovessero venire, staremo a vedere se sarannoi bravi a reggere certe pressioni. Io, poi, mi terrei stretti anche Trotta e Capparella. Da quando ci sono loro due in formazione arrivano molti più cross per noi attaccanti. Ma anche Grava sta disputando un grande campionato. Anzi, noi della prima linea non riusciamo a valorizzare i suoi tanti traversoni. La riconferma? Aspetto la fine del campionato per parlarne, ma la riconferma la si guadagna ogni giorno, in ogni allenamento. Nessuno mi ha mai regalato nulla e niente voglio che mi si regali, conosco le mie possibilità e so che anche in serie A potrei dare molto di più. Comunque non chiederò prolungamenti se prima non dovesse chiedermelo la società. meglio restare qui, in un progetto vincente, anche se dovessi correre il rischio di giocare poco, piuttosto che giocare titolare in una realtà meno importante. Napoli ti fa essere importante al di là della categoria". La serie A, il sogno di tutti. Sosa vorrebbe riconquistarla con l'azzurro sulla pelle. "Una volta raggiunta la B proveremo a centrare il traguardo meraviglioso della massima serie - confida - vorrei tornare in A con la maglia azzurra del Napoli, in questi due anni sia io che la mia famiglia ci siamo legati tantissimo a questa piazza". Si torna quindi alle riflessioni. E si scopre che c'è stato un momento in cui Sosa ha temuto un'altra beffa: "E' successo dopo il ko con la Juve Stabia. Però da quella sera ci siamo chiusi in ritiro e ci siamo detti tante cose in faccia. Da quel momento abbiamo capito che certi episodi negativi non si sarebbero più ripetuti. Anzi, se ci fossimo parlati prima, non avremmo perso quelle tre partite consecutive in trasferta". Infine, largo ai sogni. "Vorrei indossare la 10 nella partita contro il Frosinone, ne parlerò anche con la società e con l'allenatore - racconta Sosa - vorrei che l'ultimo calciatore ad avere indossato quella maglietta al San Paolo possa essere comunque un argentino. Magari litigherò un po' con Bogliacino, ma questa cosa la sto sognando da tempo. Diego ct della Nazionale? Magari dopo il Mondiale, per adesso va bene Pekerman". Intanto l'ex Pibe de ore, mentre continua ad incantare grazie alle sue magie giocando a showball (mix tra calcio e calcio a 5) tra ex stelle argentine e brasiliane, ha dichiarato di essere allettato dall'idea di allenare il Corinthians. Ma questa è un'altra storia. (quesse)
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